Per tutto il pomeriggio un forte temporale aveva rinfrescato la città. Poi quasi per incanto il cielo pesante che aveva caratterizzato la giornata si era dissolto in un pallido azzurro.
Il vento di libeccio rendeva l’aria incredibilmente pulita e trasparente.
Imboccando la sopraelevata verso ovest vedevo il nero orizzonte del fronte nuvoloso, basso e denso di pioggia spostarsi a ponente scaricando a terra articolati disegni elettrici.
Le luci dei palazzi e delle torri erano accese e contrastavano lo sfondo scuro.
Il sole ancora forte di Settembre galleggiava appena sospeso sopra il profilo scuro delle nubi e infondeva sopra lo spazio un violento arancione.
L’asfalto ancora bagnato rifletteva il viola che arrivava dal mare e nel retrovisore si stagliava nitida l’immagine dei palazzi del centro inondati di luce contro un cielo uniforme blu scuro.
In quel momento la radio passò le note di Carlos Santana e mi ritrovai improvvisamente a pensare che solo Genova può offrire una visione così emozionante e improvvisa.